sabato 3 novembre 2007

Energia nucleare pulita


Due fisici italiani, Fabio Cardone e Roberto Mignani, annunciano una scoperta le cui conseguenze potrebbero ripercuotersi sia in campo energetico (liberandoci dalla tirannia petrolifera e dall'incubo delle scorie nucleari) che in campo medico. La descrizione scientifica dei loro esperimenti, è approfondibile nel volume scritto dai due fisici ed intitolato "Deformed spacetime (Geometrizing Interactions in Four and Five Dimensions)" appena pubblicato dalla casa editrice tedesca Springer Verlag. In sostanza, Cardone e Mignani annunciano la scoperta di reazioni nucleari causate dagli ultrasuoni all'interno di elementi naturali privi di radioattività. Queste reazioni permettono di liberare neutroni da elementi naturali inerti grazie all'uso di un generatore meccanico di ultrasuoni. Queste reazioni liberano direttamente anche energia ed inducono gli elementi a cambiare natura trasmutandoli. Se, invece che ad elementi inerti, queste reazioni vengono applicate a piccole quantità di sostanze radioattive, queste ultime riducono la loro radioattività in tempi diecimila volte più brevi dei tempi naturali di riduzione. Lo stesso Cardone ha precisato: «Questa scoperta può trovare ampi campi di applicazione sia realizzando il controllo e l'eliminazione di sostanze radioattive indesiderate nella esistente industria nucleare per la produzione di energia, sia nella futura industria nucleare grazie al vantaggio di poter operare con sostanze non radioattive di facile reperimento e approvvigionamento».
In campo medico, invece, lo studio del
le trasmutazioni della materia prodotte da questo fenomeno può portare a metodi per l'eliminazione dei tessuti dannosi nel corpo umano mediante la loro trasformazione, senza la necessità di un vero e proprio intervento chirurgico.
I tempi entro cui sperimentare queste nuove vie sono:
un periodo da 3 a 5 anni per realizzare il prototipo di un impianto industriale in grado di passare, nella eliminazione di sostanze radioattive, dalle attuali quantità minime degli esperimenti a quantità industriali; per l'impianto di studio della produzione di neutroni e per quello di produzione di energia, il tempo valutato è maggiore, da 5 a 15 anni.

1 commento:

oloscience ha detto...

Il progetto,nato qualche anno fa,era incentrato essenzialmente sulla creazione di un processo (basato sulla cavitazione ultrasonica,ovvero su reazioni piezonucleari indotte da ultrasuoni e cavitazione),atto prevalentemente a ridurre la radioattività di determinati elementi.
Non ritengo comunque valida l'ipotesi che da tale processo fisico,si possa ottenere un guadagno d'energia superiore all'energia spesa per l'innesco e il mantenimento del processo in questione.Infatti,paradossalmente, essere in grado di controllare l'intero processo,poichè non prende forma alcun innesco di reazione a catena,è proprio ciò che toglie ogni speranza nel poter moltiplicare l'energia prodotta al fine di ottenere un guadagno significativo e quindi un ottimo risultato tra energia spesa ed energia prodotta realmente.
Ad esempio,in un processo di fissione nucleare,è prioprio la reazione a catena tra i neutroni a far sì che alla fine si ottenga un guadagno d'energia non indifferente; il fatto poi di poter controllare tale reazione a catena (ovvero di essere in grado di mantenere il fattore di moltiplicazione k < 1 ; un'operazione resa possibile dal fatto che una parte dei neutroni durante la fissione non viene emessa immediatamente dai prodotti radioattivi della fissione,ma con un ritardo di alcuni secondi), ci da l'opportunità di poter gestire l'intero processo nel migliore dei modi e con il miglior guadagno possibile di energia (che le centrali termo-nucleari non siano fondamentalmente nient'altro che degli enormi "bollitori per l'acqua" è risaputo,ma come ben sappiamo,anche per far bollire l'acqua occorre una certa quantità di energia).
Senza la possibilità di innescare una reazione a catena(fusione,fissione,...) , qualsiasi processo fisico alternativo atto alla produzione di energia, è da considerarsi del tutto inefficiente e decisamente in contrasto con il primo principio della termodinamica.