mercoledì 2 gennaio 2008

Uccidere la propria moglie e farsela franca? In Italia tutto è possibile

Chi vuole liberarsi della propria moglie per una ventenne o per ereditare le sue proprietà non deve sbattersi più di tanto, infatti, la legge italiana offre grandi possibilità.
Il giudice Bruno Tinti nel libro: “Toghe Rotte” fornisce preziosi consigli agli aspiranti uxoricidi, spiegando la prassi giuridica.
Per prima cosa bisogna disporre di una moglie e di un buon motivo per sopprimerla.
Una volta eliminata, bisogna correre subito dai Carabinieri per autodenunciarsi, spiegare i dettagli dell' uccisione e far rintracciare l' arma del delitto (coltello, pistola, martello, ecc.). Dato che non sussistono più i pericoli di inquinamento delle prove e di fuga, l’arresto non è necessario. In attesa del processo si potrà continuare la propria normale attività.
Per l’uxoricidio è previsto l’ergastolo, ma il marito può dimostrare di “aver agito in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui” (art. 62 n.2), ad esempio le corna, essere disponibile a risarcire i parenti della ex moglie (art. 62 n.6) e chiedere il rito abbreviato.
Una volta iniziato il processo, il giudice, dotato di calcolatrice, comincia a detrarre:
- la pena, senza le aggravanti, non è più l’ergastolo, ma il carcere per 24 anni;
- meno un terzo, art. 62 n.2 (stato d’ira) = 16 anni
- meno un terzo, art. 62 n.6 (risarcimento) = 11,33 anni periodico
- meno un terzo, art. 62 bis, attenuanti generiche (concesse a tutti) = 7,5 anni
- meno un terzo per il rito abbreviato = 5 anni
- se l’omicidio è avvenuto prima del maggio 2006 sono scontati tre anni per l’indulto = 2 anni con la sospensione condizionale della pena.
Nel caso la Giustizia sia particolarmente severa con una condanna a tre anni, il marito verrebbe affidato ai servizi sociali.
Oltre a tutto ciò, l’uxoricidio è pure conveniente: si potranno pubblicare libri, sponsorizzare linee d' intimo maschile o partecipare a serate di 'Porta a porta'. Si può raggiungere pure la tranquillità economica.
Ovviamente con questo post non voglio spronare i mariti stressati dalle mogli a compiere delitti, ma voglio solo far notare la leggerezza del nostro ordinamento, che dà un peso così leggero ad un valore così importante come la vita. A che servono tutti questi giuristi, politici e poliziotti, se poi un assassino può tornare a piede libero dopo qualche settimana?

Ps: L’iter giudiziario è valido ovviamente anche per l' uccisione dei mariti.

3 commenti:

marco ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marco ha detto...

Assurdo.. senza parole, ovviamente questo tipo per scriverci su un libro dando indicazioni così precise si riferirà a processi accaduti realmente. Purtroppo la non certezza della pena è un'altra piaga del nostro sistema giuridico secondo me ancora peggiore della lentezza dei processi.

kismet ha detto...

Il reato più grave per la giustizia italiana lo compie l'uomo che chiede il divorzio, viene condannato a
pagare un assegno divorzile alla sua ex, diventata una qualsiasi estranea senza un qualsiasi legame di
sangue, un assegno che rassomiglia troppo a un pizzo, per il resto della sua vita e oltre perchè la
legge italiana consente alla ex di vivere come una parassita per tutta la vita del suo ex e anche dopo la
morte del poveretto può continuare a fare la parassita del suo cadavere tramite la reversibilità della
sua pensione.
Non esiste altro reato in Italia che venga perseguito anche oltre la morte del reo.
E non è una legge femminista, per favorire le ex moglie non esita a distruggere l’ex marito insieme
alla sua nuova famiglia quindi la nuova moglie e i figli.
Questo lo dico per esperienza diretta.
A questo punto la proposta sopracitata può essere vista sotto un'altra ottica.