Il New York Times ha pubblicato, negli scorsi giorni, un articolo sull’Italia dal titolo "In a Funk, Italy sings an Aria of disappointment", rappresentandola come una nazione che sta andando alla deriva. Lo stesso articolo parla anche del V-Day dell' 8 settembre e propone un video con le "lamentele" di Beppe Grillo.
La descrizione dell'Italia è molto cruda, ma rispecchia comunque la realtà dei fatti.
Dall' articolo, infatti, si evince che, in Italia, l’utilizzo di Internet e del commercio elettronico sono tra i più bassi di Europa, così come gli stipendi, gli investimenti dall’estero e la crescita economica. Le pensioni, il debito pubblico e il costo dell’amministrazione pubblica sono, invece, tra i più alti d' Europa.
Il 70% degli italiani tra i 20 e i 30 anni vive a casa dei genitori (i c.d. "bamboccioni"), condannati a una adolescenza sempre più lunga e poco produttiva. Molti dei più brillanti lasciano l’Italia per far carriera all'estero.
Ronald Spogli, l’ambasciatore americano che conosce l’Italia da quaranta anni, avverte che l’Italia rischia una diminuzione del suo ruolo internazionale e, in particolare, delle relazioni con Washington. I migliori amici dell’America sono i business partner e l’Italia non è tra i più importanti. La burocrazia e regole poco chiare hanno portato gli investimenti USA in Italia a soli 16,9 miliardi di dollari nel 2004 mentre in Spagna erano 49,3 miliardi.
In Danimarca il 64% delle persone ha fiducia nel Parlamento, in Italia il 36%. Le statistiche indicano che l’11% delle famiglie italiane vive sotto il livello di povertà e che il 15% ha difficoltà ad arrivare a fine mese con il proprio stipendio.
Il quadro che i cugini d'oltreoceano ci forniscono deve far riflettere chi è ancora scettico o chi si lascia trascinare da false illusioni; la situazione continua ad essere sempre più critica e sempre più urgente diventa l' intervento dei governanti per porre rimedio ai problemi.
domenica 16 dicembre 2007
"New York Times" presenta: l' Italia che affonda
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