martedì 7 ottobre 2008

2008, crisi economica mondiale.....siamo alla fine o è ancora l' inizio?

In seguito alle grosse turbolenze che stanno attraversando i mercati finanziari negli ultimi mesi, originate dal caso subprime americani e dal conseguente crollo di alcuni importanti istituti di credito, la fiducia degli investitori (azionisti e depositanti) è hai minimi storici, mentre le quotazioni di borsa hanno raggiunto picchi negativi mai visti; molti economisti paragonano la crisi in atto a quella della Grande Depressione del 1929.
Usando una semplificazione, il sistema bancario e finanziario mondiale può essere rappresentato come una lunga catena,composta appunto dalle banche, dai vari istituto di credito e dalle società di intermediazione. Col caso subprime americani si è rotto il primo anello, e nonostante le Autorità americane abbiano sempre fatto dichiarazioni ottimistiche, dicendo che tale evento non avrebbe avuto ulteriori ripercussioni, gli economisti di tutto il mondo sono stati molto scettici su tali affermazioni; alcuni, addirittura, hanno fatto previsioni molto pessimistiche sull'andamento dei mercati finanziari internazionali, previsioni che stanno già realizzandosi.
Comunque, è inevitabile dire che si è innescata una reazione a catena, che non ha ancora trovato una battuta di arresto, e che probabilmente cesserà solo durante la fine del 2009.   
A tali preoccupazioni si aggiunge una possibile "corsa agli sportelli", che potrebbe dare il definitivo colpo di grazia alle banche meno solide.
Le soluzioni a questa crisi non possono che provenire dai vari Governi ed Autorità competenti: una migliore e più rigida regolamentazione dei mercati finanziari sia nazionale che internazionale, l' adozione all'unisono dei principi previsti dagli accordi di Basilea e la nazionalizzazione degli istituti di credito in bancarotta.
Si assisterà, quindi, ad un parziale capovolgimento del sistema economico; fino ad oggi, l'indirizzo seguito è stato quello del capitalismo puro, ma la nazionalizzazione delle banche, tra l'altro inevitabile, determinerà una controtendenza.
Il capitalismo, fino ad oggi, ha permesso un notevole sviluppo delle economie nazionali, ma la sua applicazione così "libera"(cioè poco regolamentata) ha fatto emergere tutti gli aspetti negativi di tale sistema, dalla globalizzazione alle speculazioni finanziarie, favorendo sempre più i potenti ed i ricchi e sempre meno i deboli ed i poveri. 
Certo, se a tutto questo si aggiungerebbe un crollo azionario del settore tecnologico, per il quale alcuni economisti temono la presenza di "bolle speculative", la situazione sarebbe a dir poco catastrofica, con danni che avrebbero ripercussioni per molti più anni rispetto a quelli previsti attualmente.

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