mercoledì 12 novembre 2008

La legge ammazza-blog

(Imbavagliare l'informazione e la conoscenza...)

Nel 2007 era stato proposto il disegno di legge conosciuto come legge Levi-Prodi, che prevedeva per i blogger l' obbligo di registrarsi nel Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) e l’estensione su di loro dei reati a mezzo stampa. Ma dopo alcuni mesi, il Governo Prodi cadde e con lui anche la proposta.
Il 6 novembre scorso, nel silenzio più assoluto, riecco spuntare la proposta con un nuovo testo (C-1269) ed assegnata, in sede referente, alla VII Commissione Cultura della Camera.
Gl articoli salienti della nuova proposta sono i seguenti:


Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso. 2. Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico.
Art. 4.
(Rassegne stampa).
1. I soggetti che attraverso la sola riproduzione di articoli quotidiani o periodici realizzano rassegne stampa, ivi comprese quelle ad uso interno, sono tenuti a riconoscere i diritti degli autori degli articoli riprodotti e degli editori delle testate da cui gli articoli sono tratti.
Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
2. Per le attività editoriali svolte sulla rete internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni.
3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.


Da ciò consegue che:
Secondo l' art. 2, qualsiasi blog è considerato prodotto editoriale.
Secondo l'art. 8, i soggetti che svolgono attività editoriali (quindi anche tutti i blogger) devono registrarsi nel ROC e, pertanto, diventano soggetti alle responsabilità per reati a mezzo della stampa; chi è obbligato a registrarsi e non lo fa può essere denunciato per stampa clandestina.


Sempre l' art. 8, precisa, però, che sono esclusi dall' obbligo di iscrizione nel ROC i siti o i blog che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale di lavoro. Su questa esclusione è importante soffermarsi, infatti, la proposta di legge sembra concedere uno spiraglio. L' obbligo di registrazione è a carico di tutti quei blog che sono frutto di un' organizzazione imprenditoriale di lavoro, cioè da cui presumibilmente derivi un' attività lucrosa; l' attività lucrosa può essere associata a banner pubblicitari (tipo Google AdSense) o alla vendita di prodotti. Quindi, nel caso di blog privi di banner pubblicitari e "non commerciali", l' obbligo di iscrizione non dovrebbe sussistere. Scrivo così in quanto la definizione di "organizzazione imprenditoriale di lavoro" può essere oggetto di diverse interpretazioni. In base alle mie conoscenze giuridiche, in prima battuta la tradurrei in "attività economica col fine di lucro"; ma potrebbe tradursi anche in "attività economica organizzata in forma d' impresa con o senza fine del lucro"; sia nel diritto commerciale che nel codice civile italiano, la definizione usata nell' art. 8 non trova eguali ed è pertanto molto ambigua (scusando la frase, ma che cazzo vuole dire???).


Nel caso la proposta dovesse passare e diventare legge a tutti gli effetti (caso, secondo me, molto probabile), l' unico modo per continuare a fare informazione tramite i blog potrebbe essere quello di rimuovere da questi tutti i banner pubblicitari (es. Google AdSense) e cessare la vendita di beni o servizi; per la libertà d' informazione credo ne valga la pena.

venerdì 10 ottobre 2008

I banchieri temono una presa di potere da parte di Berlusconi

Riporto la traduzione di un articolo pubblicato in Germania che mi è apparso molto interessante.

[Pubblicato Giovedì 9 Ottobre 2008 su Frankfurter Allgemeine Zeitung]

Cosa succede alle banche italiane? La risposta potrebbe trovarsi nelle mani di Berlusconi A Milano, nella piazza affari italiana, si diffonde paura per la possibilità che il governo italiano guidato da Silvio Berlusconi tragga profitto della crisi bancaria internazionale per mettere sotto controllo dello stato i più importanti istituti di credito italiani. Mercoledì avrebbe avuto luogo una riunione eccezionale tra il ministro del tesoro Giulio Tremonti, il governatore della banca d’Italia e principale supervisore bancario Mario Draghi ed il presidente della banca speciale milanese Mediobanca, Cesare Geronzi. Mercoledì sera è stata convocata una seduta eccezionale del parlamento sul tema della crisi bancaria.

Finora le Banche italiane reggono. Proprio in Italia finora il sistema bancario si è mostrato eccezionalmente stabile durante la crisi. Ancora nessuna banca ha dovuto essere salvata da una situazione di malessere; anche il rifornimento di liquidità delle banche continua a funzionare. Per tutto ciò ci sono varie ragioni: da un lato, le banche italiane in passato sono state poco tentate di cercare d’incrementare i loro guadagni tramite investimenti speculativi negli Stati Uniti, poiché grazie alle imposte elevate ai clienti privati, il vasto business bancario produce ancora rendite molto attrattive. Inoltre, dato che il sistema giudiziario italiano funziona a fatica, non c’è mai stata la tentazione di prestare grosse ipoteche a clienti con liquidità ridotta. Infine, l’attuale scarsa situazione dei fondi d’investimento sta salvando il rifornimento di liquidità delle banche italiane: Dato che durante gli ultimi due anni molti clienti hanno venduto le proprie quote di fondi d’investimento, i loro conti correnti - i cui interessi sono generati in Italia - sono ben riempiti e, combinati agli interventi della Banca d’Italia, aiutano gli istituti bancari a superare la crisi.

Speculazioni sfrenate sui problemi di Unicredit. Malgrado tutto ciò, la tentazione è grande per il governo, che potrebbe usare la crisi come pretesto per togliere il potere a banche scomode e rimettere il sistema bancario sotto controllo dello stato. Il bersaglio numero uno in questo caso è il capo del gruppo Unicredit, Alessandro Profumo. Profumo in passato aveva messo in evidenza il suo orientamento politico verso il centro-sinistra, ed aveva partecipato pubblicamente alle primarie per il leader ed il candidato presidenziale del Partito Democratico, costretto poi, dopo la vittoria di Berlusconi, a dedicarsi all’opposizione. Nella sua attività di banchiere però, Profumo si era sempre impegnato, per quanto possibile, a matenere il distacco dalla politica. Anche rispetto al governo di centro-sinistra di Romano Prodi, Profumo non ha fatto concessioni, ad’esempio quando si cercavano sostenitori per la privatizzazione di Alitalia. Ma un banchiere, il cui istituto è riuscito a crescere sino a diventare il più grande d’Europa, e che sfugge ad ogni influenza politica, in Italia deve temere continuamente incidenti politici. Già durante la scorsa settimana, Profumo, e Unicredit, sono diventati bersaglio di voci e speculazioni in merito alla svalutazione dei titoli. Già allora si sono diffuse voci, secondo cui a causa del minimo storico del valore delle azioni di Unicredit, Profumo si sarebbe presto dimesso, cosa che ha contributo ad accelerare il trend negativo delle azioni Unicredit nei due giorni successivi . Nel frattempo però, il valore delle azioni si era già ampiamente ripreso, e le speculazioni su problemi interni ad Unicredit si sono rivelate false. I vertici di Unicredit, reagendo all’ondata di speculazioni, hanno dimostrato la propria capacità di agire e durante il fine settimana hanno deciso un aumento di capitale ed altre misure di risparmio.

Indirettamente, il governo potrebbe licenziare gli attuali manager bancari. Questi fatti però non hanno sconcertato il governo. Secondo ad’informazioni provenienti dal settore bancario, proprio la banca meglio capitalizzata dovrebbe diventare il bersaglio di un “azione di salvataggio”, che dal punto di vista bancario non sarebbe affatto necessaria. Molto presto l’Unicredit seguirebbe il destino della seconda banca italiana, Banca Intesa Sanpaolo, il cui presidente è vicino al precendete premier Romano Prodi. Dal punto di vista tecnico, si teme che il governo italiano sfrutti la crisi per prescrivere alle banche alte quote di patrimonio di base come capitalizzazione minima, cioé intorno al 7-8 %. Di conseguenza, gli istituti che non potranno dimostrare di avere a disposizione un tale livello di capitale, cioé praticamente tutti gli istituiti italiani, dovranno accettare un innalzamento di capitale da parte dello stato, che avrebbe così anche il potere di licenzare tutti gli attuali manager bancari. Così, il governo Berlusconi avrebbe modo di comandare anche il secondo istituto più importante tedesco, la Hypo-Vereinsbank, una società controllata da Unicredit. E già nel 2005, in seguito all’acquisizione si era osservato quanto i vertici di Milano seguissero strategie economiche orientate sopratutto ad’interessi privati.

di Tobias Piller

giovedì 9 ottobre 2008

Il decreto salva-crisi italiano

Il Consiglio dei Ministri si è finalmente deciso e vara un decreto salva-crisi dopo una riunione serale tenutasi l'8 ottobre 2008 (d'altronde, in Europa solo il Governo italiano non si era ancora mosso in tal senso).
L' articolo 4 del provvedimento stabilisce che «a integrazione e in aggiunta agli interventi dei sistemi di garanzia dei depositanti istituiti e riconosciuti» dal Testo unico in materia bancaria e creditizia (il fondo interbancario alimentato dalle banche copre già fino a 103.000 euro per depositante), «il ministero dell'Economia è autorizzato a rilasciare la garanzia statale a favore dei depositanti delle banche italiane per un periodo di 36 mesi dalla entrata in vigore del presente decreto-legge».
L' articolo 2 dello stesso decreto stabilisce che «in presenza di una situazione di grave crisi di banche italiane, anche di liquidità, che possa recare pregiudizio alla stabilità del sistema finanziario, si applica» la procedura di amministrazione straordinaria prevista dal Testo unico in materia bancaria e creditizia.
Inoltre, «solo se necessario» e «temporaneo», è previsto l' ingresso dello Stato nel capitale delle banche che hanno bisogno di rafforzarsi patrimonialmente ma che non hanno avuto successo ricorrendo agli azionisti e al mercato: un intervento della mano pubblica che avverrà attraverso la sottoscrizione di azioni privilegiate senza diritto di voto e senza alcun intento di «nazionalizzazione».

Il Governo, insomma, si è limitato ad una serie di impegni tutti in seconda battuta, perché come sostiene il ministro dell'Economia Giulio Tremonti il sistema bancario italiano, a differenza di quello di molti altri Stati europei, è «sufficientemente patrimonializzato e liquido» e «le banche italiane sono forti e solide e si badano da sole».
Nulla viene detto, poi, sulle somme destinate all' attuazione del provvedimento (anche se gli esperti parlano di 5-10 miliardi di euro), ma che sicuramente saranno inferiore rispetto ai fondi stanziati dagli altri Governi europei, come quello britannico che ha previsto già 50 miliardi.
Non c'è da dimenticare, in tutto questo, le stime sui nostri conti pubblici, che saranno gravati da un rapporto debito/Pil in risalita dall'anno prossimo, senza considerare interventi sulle banche.
Insomma, la situazione che ci aspetta non è per niente rose e fiori e il nostro Presidente del Consiglio avrà delle belle gatte da pelare.

mercoledì 8 ottobre 2008

I risparmi degli italiani sono garantiti?

In questo momento di bufera economica, in cui neanche gli esperti sanno cosa può succedere, in cui chi ha qualche informazione la tiene per sè, gli italiani guardano con trepidazione i loro risparmi, con la paura che possano volatilizzarsi con la caduta del proprio istituto bancario.

Ciò che molti non sanno è che le banche che operano in Italia aderiscono ad un sistema di garanzia, che tutela i depositi nominativi con obbligo di rimborso da parte delle banche.
In particolare, il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd - così si chiama il sistema di garanzia italiano) garantisce i conti bancari fino a 103.291,38 euro per depositario. La somma riguarda ciascun cliente e, se si hanno conti su più banche, ciascuna banca. Il limite invece resta a 103.291.38 euro totali se si hanno più conti nella stessa banca. Per i conti cointestati, la garanzia vale per ciascun cointestatario: se moglie e marito hanno un conto in comune la garanzia sale a oltre 206mila euro. Queste garanzie valgono anche per i conti online.
I libretti postali sono garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni controllata per il 70% dallo Stato attraverso il Tesoro e per la restante parte da fondazioni, soprattutto bancarie. Il loro livello di garanzia è dunque del tutto assimilabile a quello offerto dai titoli di Stato italiani.
Anche gli assegni circolari sono sicuri, infatti, sono garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi per gli stessi ammontari indicati per il conto corrente bancario. Ogni istituto che emette gli assegni circolari deve depositare una cauzione presso la Banca d'Italia proporzionata all'ammontare dei titoli emessi.
La garanzia è estesa anche ai certificati di deposito, ma solo se nominativi (non quelli al portatore) per gli stessi controvalori indicati per i conti correnti bancari.
Si può stare sicuri anche per il conto titoli; questo strumento, infatti, è simile a una cassetta di sicurezza che custodisce azioni, bond e altri strumenti di investimento di proprietà del risparmiatore. È quindi separato dal patrimonio della banca ed in caso di liquidazione di questa, i titoli verrebbero riconsegnati al risparmiatore. La stessa cosa vale per i fondi comuni, e la loro versione quotata, gli Etf, e per i fondi pensione; ovviamente l'andamento del mercato influenza il valore delle quote, che può salire o scendere.
Per quanto riguarda i titoli di Stato, è lo stesso Stato che garantisce i Buoni ordinari del Tesoro e gli altri titoli pubblici come CTz, CcT o BTp e si impegna a restituire a chi li sottoscrive, a scadenze prestabilite, la somma investita oltre a un interesse che varia in base alle condizioni del titolo e alle oscillazioni del mercato.

Un dubbio però mi assale; se a tracollare dovessero essere diversi istituti bancari, il sistema di garanzia è in grado di coprire tutti i depositi? Dovrebbe così intervenire lo Stato. Ma come fa l'Italia a salvare tutti i risparmi se non ha nessun tesoretto (cioè non ha soldi in cassa) e non può + fare debiti (perchè il nostro debito pubblico è altissimo) ?
Ma.......speriamo che vada tutto per il meglio!

martedì 7 ottobre 2008

2008, crisi economica mondiale.....siamo alla fine o è ancora l' inizio?

In seguito alle grosse turbolenze che stanno attraversando i mercati finanziari negli ultimi mesi, originate dal caso subprime americani e dal conseguente crollo di alcuni importanti istituti di credito, la fiducia degli investitori (azionisti e depositanti) è hai minimi storici, mentre le quotazioni di borsa hanno raggiunto picchi negativi mai visti; molti economisti paragonano la crisi in atto a quella della Grande Depressione del 1929.
Usando una semplificazione, il sistema bancario e finanziario mondiale può essere rappresentato come una lunga catena,composta appunto dalle banche, dai vari istituto di credito e dalle società di intermediazione. Col caso subprime americani si è rotto il primo anello, e nonostante le Autorità americane abbiano sempre fatto dichiarazioni ottimistiche, dicendo che tale evento non avrebbe avuto ulteriori ripercussioni, gli economisti di tutto il mondo sono stati molto scettici su tali affermazioni; alcuni, addirittura, hanno fatto previsioni molto pessimistiche sull'andamento dei mercati finanziari internazionali, previsioni che stanno già realizzandosi.
Comunque, è inevitabile dire che si è innescata una reazione a catena, che non ha ancora trovato una battuta di arresto, e che probabilmente cesserà solo durante la fine del 2009.   
A tali preoccupazioni si aggiunge una possibile "corsa agli sportelli", che potrebbe dare il definitivo colpo di grazia alle banche meno solide.
Le soluzioni a questa crisi non possono che provenire dai vari Governi ed Autorità competenti: una migliore e più rigida regolamentazione dei mercati finanziari sia nazionale che internazionale, l' adozione all'unisono dei principi previsti dagli accordi di Basilea e la nazionalizzazione degli istituti di credito in bancarotta.
Si assisterà, quindi, ad un parziale capovolgimento del sistema economico; fino ad oggi, l'indirizzo seguito è stato quello del capitalismo puro, ma la nazionalizzazione delle banche, tra l'altro inevitabile, determinerà una controtendenza.
Il capitalismo, fino ad oggi, ha permesso un notevole sviluppo delle economie nazionali, ma la sua applicazione così "libera"(cioè poco regolamentata) ha fatto emergere tutti gli aspetti negativi di tale sistema, dalla globalizzazione alle speculazioni finanziarie, favorendo sempre più i potenti ed i ricchi e sempre meno i deboli ed i poveri. 
Certo, se a tutto questo si aggiungerebbe un crollo azionario del settore tecnologico, per il quale alcuni economisti temono la presenza di "bolle speculative", la situazione sarebbe a dir poco catastrofica, con danni che avrebbero ripercussioni per molti più anni rispetto a quelli previsti attualmente.

sabato 4 ottobre 2008

"Il mondo fantastico di Picasso" a Palermo

Imperdibile per gli amanti dell'arte, la mostra di Picasso che si terrà a Palermo dal 6 ottobre 2008 all'8 marzo 2009, presso la sala "Duca di Montalto" del Palazzo dei Normanni (sede dell'Assemblea regionale siciliana) e dal titolo fiabesco "Il mondo fantastico di Picasso" .


L'orario di ricevimento è il seguente: 
  • da lunedì a sabato: 08.30-12.00 e 14.00-17.00
  • domenica e festivi:   08.30 - 12.30

Le opere di Picasso esposte saranno in totale 66, 31 provenienti dalla Collezione Würth (che ha organizzato l'evento grazie a un accordo sottoscritto nel 2003 con l'Assessorato ai Beni culturali siciliano, l'Ars e la Fondazione Federico II) e 35 provenienti da collezioni private europee;  oltre ai dipinti verranno esposte opere in bronzo e in terracotta.

lunedì 25 agosto 2008

Lodo Alfano.....prova di incostituzionalità?

Finalmente, dopo averci provato più volte (vedi il Lodo Maccanico del 2003), Berlusconi riesce a far diventare legge il provvedimento sull' immunità alle alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente della Camera e Presidente del Senato), il c.d. Lodo Alfano.
Le critiche a questa legge sono arrivate da ogni parte e l'opposizione si prepara al contrattacco; l'Italia dei Valori di Di Pietro, infatti, fa sapere che a settembre inizierà una raccolta di firme per proporre un referendum abrogativo del Lodo Alfano.
Quest' ultimo, così come il Lodo Maccanico, viene accusato di essere incostituzionale, in quanto contrario all' art. 3 e all' art. 24 della Costituzione.

Secondo l' art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

Secondo l' art. 24:"Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari".

Già nel 2004, la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale il Lodo Maccanico, che concedeva l'immunità alle alte cariche dello Stato, per la violazione di questi 2 articoli. A distanza di qualche anno si ripresenta la questione.

Come si dice in questi casi, il lupo perde il pelo ma non il vizio!

venerdì 20 giugno 2008

The Economist riprende a parlare di Berlusconi

In un articolo dal titolo «I frutti della carica», il settimanale britannico ironizza sulle azioni del premier italiano, che «due mesi dopo aver vinto le elezioni comincia a trattare con il sistema giudiziario, e con quelli che ci lavorano, come fece l'ultima volta che è stato al potere, dal 2001 al 2006......ulteriori attacchi alla magistratura e leggi fatte su misura per proteggere se stesso e i suoi interessi d'affari sembrano essere, ancora una volta, delle priorità».
L' Economist spiega l'emendamento, approvato al Senato e giudicato «incostituzionale» dagli oppositori, che sospende i processi per i reati meno gravi compiuti prima del giugno del 2002, compreso quello in cui Berlusconi è accusato di corruzione (il processo Mills).
Nell' articolo si dice anche che «le intrusioni di Berlusconi nel sistema della giustizia penale vanno anche a colpire le intercettazioni per scopi investigativi», mettendo un «bavaglio» a magistrati e giornalisti. Questa è una legge che abolisce di fatto la cronaca giudiziaria per tutta la lunga fase delle indagini, fino all’inizio del processo. Cioè da quando viene commesso un fatto, a quando viene scoperto, a quando viene processata la persona sospettata di averlo commesso, i cittadini non potranno più sapere nulla. Il fatto che non si possa più intercettare per reati puniti con pene inferiori ai dieci anni o quelli contro la pubblica amministrazione, significa che non potremo più scoprire con le intercettazioni reati di: usura, truffe, contrabbando, sfruttamento della prostituzione, furti, reati ambientali; nemmeno la ricerca dei latitanti potrà essere eseguita in modo profittevole, infatti quando si mettono sotto intercettazione tutti gli amici e i parenti e i possibili favoreggiatori di un latitante in attesa che qualcuno compia un passo falso, non si potrà più fare, perché c’è un’altra clausola che dice che l’intercettazione può durare al massimo tre mesi, dopodichè deve cessare.
Poi c'è il nuovo piano di mettere migliaia di soldati a pattugliare le città; secondo l'Economist, appare essere una «cortina di fumo» per il «reale approccio del governo nei confronti del crimine: duro per certi reati, morbido per altri».
Insomma, anche questa volta arrivano critiche dall' estero all' operato di Berlusconi.
Ma che bell'Italia!

martedì 10 giugno 2008

No al nucleare

L' 8 novembre 1987 si svolsero tre referendum sul nucleare: la maggioranza degli italiani che andò alle urne votò per il "Sì", abrogando una serie di norme e orientando le successive scelte dell' Italia, in ambito energetico, verso una direzione di sfavore nei confronti del nucleare.
Pertanto, con il referendum abrogativo del 1987 è stato "di fatto" sancito l'abbandono da parte dell' Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico e di lì a poco le quattro centrali nucleari in Italia furono chiuse.
Resta ancora da effettuare il totale smantellamento, la rimozione e la decontaminazione (operazioni definite di "decommissioning") di strutture e componenti degli impianti nucleari in Italia.
Sia delle centrali nucleari ex-Enel: Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina, Garigliano (Caserta), sia degli impianti del ciclo del combustibile ex-Enea: EUREX di Saluggia (Vercelli), FN-Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria), OPEC in Casaccia (Roma), Plutonio in Casaccia (Roma), ITREC in Trisaia - Rotondella (Matera).
Nonostante siano passati tanti anni, i rifiuti radioattivi ancora oggi sono custoditi non in condizione di massima sicurezza in più località (generalmente nei pressi delle vecchie centrali nucleari) ed il problema della sistemazione definitiva di tutto il materiale radioattivo e degli alti costi relativi al loro smaltimento è ancora da risolvere. Il governo ha attualmente affidato questo compito alla Sogin.

In questi giorni, si dibatte su una questione di non lieve importanza: la reintroduzione del nucleare in Italia. Il governo italiano ha, infatti, confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013.

L' economista americano Jeremy Rifkin, esperto di questioni energetiche, ha detto la sua su questa vicenda, in un' intervista condotta dal giornalista RICCARDO STAGLIANÒ: "...quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia....".

"....inanzitutto perchè l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio, sta per raggiungere il suo peak (picco). I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe...".

"...poi c'è il problema dello smaltimento delle scorie, drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. Infatti, gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili....".

Altro problema che l'economista americano evidenzia è che "Il nucleare è un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl.
I sostenitori del nucleare dicono che il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...".

"...altro problema è che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata. Se questi sono i dati, che uso ne fa la politica? Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche. Infatti, direi che ci sono modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo. Il modello democratico, invece, è quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet. Tale modello è applicabile anche in Italia, anzi voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili...".

"Per effettuare questa transizione bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla".

Oltre che motivi etici, sembrano esserci anche motivi economici molto convincenti: "In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia".

Il giornalista afferma allora: "A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché?"
Risponde Rifkin: "Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".
Termina così l'intervista del giornalista italiano.

Spetta ora agli italiani la scelta!
Io dico "NO AL NUCLEARE"; preferisco avere l'abitazione senza elettricità che lasciare in eredità ai miei figli un paese contaminato da radiazioni e rifiuti tossici.
E poi, dico, che senso ha fare un referendum (anzi tre), se poi il primo coglione che siede al Governo se ne sbatte altamente? Ma chi cazzo è per sostituirsi ai veri sovrani della nazione, cioè il popolo? Manifestiamo per un mondo migliore, facciamolo almeno per i nostri bambini.

mercoledì 21 maggio 2008

giovedì 24 aprile 2008

Un talento termitano: Gianfranco Maranto

Gianfranco Maranto mostra sempre più un talento innato per l' arte pittorica.

Il suo stile acquista sempre più un' identità, tocchi semplici, ma carichi di emozioni ed espressività.

Il ritratto qui a fianco mostra tutta la creatività e l' inventiva di cui gode l' artista; i colori accesi e il volto "ammutolito" rappresentano, a mio avviso, il malessere della nuova generazione, che cerca di attirare l'attenzione, ma allo stesso tempo non riesce a comunicare con il mondo.









Questo ritratto, invece, si differenzia dal precedente; l' espressione e lo sguardo del soggetto giocano un ruolo principale; l'artista ha rappresentato tutta la malizia femminile attraverso l'ammaliante sguardo della fanciulla. I colori, più vicini a quelli aridi ma accesi della Trinacria, iniziano a dare una connotazione ben precisa a Maranto, un' "Artista del Sud" .
















Ancora un ritratto, però questa volta più carico di realismo;
si nota il chiaro sforzo di imprimere sulla tela i tratti somatici del soggetto, seppur utilizzando una tecnica molto semplice; niente stile classico, ma "solo" un elaborato miscuglio e gioco di colori, che carica l'espressione del volto di serenità e tranquillità













I paesaggi, sono secondo, le opere in cui Maranto riesce a dare il meglio di sè; infatti, mostrano tutto il suo spirito d'osservazione e la sua cura nei particolari; il suo stile si adatta alla perfezione ai paesaggi della Sicilia, ai colori di questa terra.
Così come nei ritratti, l'artista riesce a cogliere l'essenza della vita e a trasformarla in una suggestiva poesia pittorica.






domenica 20 aprile 2008

Sbloccare l' iPhone? Ecco come....

Il procedimento manuale di"sbloccaggio" dell'iPhone si divide in due fasi:
1) il "jailbroking" ;
2) l'aggiramento dell'attivazione.
La prima fase serve a sproteggere il sistema operativo per permettere l'installazione di applicazioni di terze parti, così da aggiungere i componenti che servono alla seconda fase.
Nella seconda fase si utilizza "AnySim", un software che toglie le protezioni dell' iPhone per farlo funzionare con qualsiasi Sim, e non solo con quelle degli operatori che sono scesi a patto con l'azienda.
Questa, in breve, è la procedura manuale, ma non è molto diversa da quella automatica, eseguibile attraverso software che si scaricano liberamente on-line. Tra questi "Ziphone", considerato il più semplice, e in grado di intervenire su qualsiasi versione del sistema operativo dell' iPhone.

"Ziphone" permette di fare l'aggiornamento all'ultima release e di sbloccare tutte le funzioni: basta premere un tasto e il software penserà a tutto. Ziphone è disponibile nelle versioni per Mac e Windows e recentemente è scaricabile nella versione 3. Questa opera anche sugli iPod Touch per permettere l'installazione di software non ufficiali. La procedura è semplice: si connette l'iPhone e si avvia Ziphone. Si selezionano i due comandi di sblocco. In pochi minuti il telefonino carica le impostazioni modificate che gli consentono poi di gestire la Sim del vostro operatore.

Se invece si preferisce non intervenire in alcun modo sul software installato di serie da Apple, la soluzione si chiama "TurbSim".
L 'iPhone, grazie a questo dispositivo, crede di avere a che fare con una scheda telefonica originale. TurboSim, infatti, maschera la Sim originale e la fa apparire di un gestore supportato ufficialmente dallo smartphone.

Il metodo più evoluto per sbloccare l'iPhone è quello proposto dal gruppo di sviluppatori "Dev Team".
Il termine coniato per questo nuovo sistema è "pwned". Il sistema è nato per superare le protezioni della più recente versione del sistema operativo, la 2.0, attualmente ancora in fase di beta, ma che vedrà la luce a giugno e aggiunge numerose funzioni importanti. Il Dev Team si è portato avanti introducendo un procedimento più complesso e per il momento eseguibile solo con Mac OS X. Da quanto emerge, si tratterebbe di creare una versione personalizzata del sistema operativo che poi va caricata utilizzando un apposito strumento previsto nel kit per attuare il "pwned". Lascia perplessi il fatto che si tratta di una vera e propria modifica del firmware, non tanto l'aggiramento dei lucchetti software studiati da Apple per bloccare le Sim non autorizzate.
Se si vuole evitare una modifica così tanto invasiva, sul sito di Ziphone è già stato annunciata la release del software che libererà anche il sistema operativo 2.0. Bisogna avere pazienza ed aspettarne l' uscita.

Buon lavoro a tutti!

mercoledì 16 aprile 2008

Parlamento "pulito"!!















I parlamentari condannati, prescritti, indagati, imputati e rinviati a giudizio eletti in Parlamento sono 70.
Tali Parlamentari non sono stati scelti direttamente da noi, ma dai rappresentanti dei Partiti Politici; noi abbiamo solo messo una croce sul simbolo.
Per chi volesse leggere i "curriculum" di questi nostri Parlamentari può collegarsi a questo link.

domenica 30 marzo 2008

Aggiornamento assunzioni ex ctd poste italiane al 19/03/2008


Eccovi gli ultimi aggiornamenti relativi all'assunzione, da parte di Poste Italiane, degli ex ctd inseriti in graduatoria. L'aggiornamento è del 19/03/2008.


  • Risorse inserite in graduatoria: 15.219,
  • Posizione in graduatoria dell’ultimo convocato: 6.850
Dal 1 aprile dovrebbero ripartire nuove assunzioni a tempo indeterminato, la lista con i posti disponibili si trova a questo link.
I posti disponibili sono complessivamente 1.295.

martedì 25 marzo 2008

Vietato spiare chi scambia file col p2p

L' Autorità per la privacy ha stabilito che è vietato spiare chi scambia file musicali o giochi su internet e ha così chiuso l'istruttoria avviata sul "caso Peppermint", la società discografica che aveva svolto, attraverso un'azienda informatica svizzera (utilizzata anche dalla società Techland con riferimento a software relativi a giochi), un sistematico monitoraggio delle reti p2p.

Tramite l'utilizzo di software specifici, le società avevano individuato numerosissimi indirizzi IP (che identificano i computer collegati ad internet) relativi a utenti ritenuti responsabili dello scambio illegale di file: erano poi risaliti ai nomi degli utenti, anche italiani. In molti si sono visti recapitare una lettera con la richiesta di risarcimento del danno. Il Garante, richiamando anche la decisione dell'omologa Autorità svizzera, ha ritenuto illecita l'attività svolta dalle società.

Innanzitutto, ha ricordato il Garante, la direttiva europea sulle comunicazioni elettroniche vieta ai privati di poter effettuare monitoraggi, ossia trattamenti di dati massivi, capillari e prolungati nei riguardi di un numero elevato di soggetti.

Infine non sono stati rispettati i principi di trasparenza e correttezza, perchè i dati sono stati raccolti ad insaputa sia degli interessati sia di abbonati che non erano necessariamente coinvolti nello scambio di file. Sulla base del provvedimento del Garante, le società che hanno effettuato il monitoraggio dovranno ora cancellare, entro il 31 marzo, i dati personali degli utenti che hanno scambiato file musicali e giochi attraverso il sistema p2p.

La segnalazione era partita da Altroconsumo.

lunedì 11 febbraio 2008

Cosa pensano gli inglesi del nostro "amato" Berlusconi?

(ANSA) - LONDRA, 8 FEB -Il quotidiano conservatore britannico Times è contrario alla possibilità di un ritorno di Silvio Berlusconi al governo. "Non merita un'altra chance", è il titolo di un commento di Brown Maddox, la principale columnist di politica internazionale del giornale. "Due frammenti di riforma delle pensioni e del lavoro", "non ci sono altri casi in cui Berlusconi ha agito per il beneficio dell'Italia, invece che per il suo". "Ha anche tagliato alcune tasse peggiorando le finanze".

lunedì 4 febbraio 2008

"U' pisci fiti 'ra testa"

Un' Italia malata, trasandata, sbandata, sempre più povera, che rischia di affossare nel fango (come uno stivale), che non riesce a reagire malgrado tutto. Un popolo sempre più rassegnato, stanco, affranto, a cui piace solo farsi prendere per il culo da una casta di politici infame e corrotta. Vedo i giovani sempre più chiusi e passivi, interessati solo ai loro capi firmati o ai cellulari all'ultima moda. Prendere la situazione in mano è l'unica speranza, iniziare a reagire, a farsi sentire nei luoghi pubblici, manifestare (pacificamente), dire NO alla prepotenza dei governanti. Sono convinto che basti iniziare: basta un piccolo gruppo di persone che inizi a fare sentire la propria voce e questa si spanderà a macchia d'olio.....c'è troppo malcontento. Giovani, anziani, adulti d'Italia, ma cosa abbiamo noi in meno dei francesi, non abbiamo forse 2 braccia, 2 occhi, 2 mani e 1 cervello come loro? E perchè non riusciamo a reagire così come fanno loro? Forse ci mancano 2 palle?Ne abbiamo 1 sola? Certo che no... basta solo desiderare un mondo migliore, pensare che siamo noi a costruire la nostra vita e il nostro futuro e non gli altri; siamo noi gli artefici del nostro male se non ci diamo una mossa.
Le elezioni sono oramai imminenti ed inevitabili, e vedremo la solita scena: politici che col sorriso alla Durbans si presenteranno a chiederci il voto... una volta eletti inizieranno a farsi i loro porci comodi, mentre l'Italia continuerà ad affondare.
Basta coi partiti politici! Sono neccessari dei governanti che agiscano per il bene del paese e non per il bene delle loro tasche. I partiti non servono più, hanno fallito ed hanno fatto fallire la nostra nazione.
A tutti coloro che hanno un minimo di rispetto verso sè stessi chiedo di dire BASTA allo schifo che c'è, di non lasciarsi abbindolare dai politici o da false promesse, perchè se "u' pisci fiti (e l'Italia fa una puzza da morire, non solo per l'immondizia campana), fiti ra testa".

domenica 3 febbraio 2008

Poste Italiane: Le assunzioni degli Ex-CTD nel 2008

Il 12 dicembre del 2007 si è tenuto un incontro tra sindacati e Poste Italiane, per discutere del futuro degli oltre 10 mila ex-ctd presenti ancora in graduatoria ex punto 2) accordo del 13 gennaio 2006. Nel verbale dell' incontro viene annunciato che nel 2008 le Poste assumeranno a tempo indeterminato circa 2.000 unità dalla graduatoria (attualmente sono arrivati alla posizione 5.000 circa). Considerando che nel 2007 circa la metà dei convocati ha rifiutato il posto di lavoro, credo che entro l'anno si arriverà a chiamare fino alla posizione 10.000 circa, quindi ci saranno buone possibilità per tutti coloro che si trovano in quella fascia di graduatoria (da 5.000 a 10.000).
(Anch'io sono un ex-ctd ed aspetto la convocazione per l'assunzione a tempo indeterminato con impazienza).
Chiunque abbia bisogno di qualche chiarimento può tranquillamente contattarmi, lasciando un commento al post.
In bocca a lupo a tutti e che Dio ce la mandi buona!

giovedì 31 gennaio 2008

E se la donna potesse autofecondarsi? Addio uomini...

Dopo avere raggiunto la parità dei sessi, ora le donne potrebbero attuare il sorpasso definitivo nei confronti dell'uomo, rendendosi autonome nell'unica cosa che, fino ad oggi, non potevano fare: autofecondarsi.

Una prospettiva ancora fantascientifica, ma degli scienziati inglesi dell'università di Newcastle stanno elaborando un sistema per trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in sperma, tagliando di fatto il maschio fuori dal processo di procreazione. Una donna potrebbe, secondo tale ricerca, avere un bambino "tutta da sola", grazie allo sperma prodotto dalle cellule del proprio midollo osseo e ai propri ovuli.
La ricerca è stata pubblicata sul 'New Scientist' e ha avuto subito ampio risalto su tutti i principali quotidiani del mondo.
Il professor Karim Nayernia, che guida l'èquipe di ricerca, afferma di essere già riuscito a ricavare sperma dal midollo femminile di topi, ed è convinto che uno sperma umano prodotto dal midollo spinale di una donna potrebbe essere prodotto nel giro di due anni, anche se ce ne vorrebbero altri tre per uno sperma effettivamente capace di fecondare una donna.
Secondo gli scienziati la scoperta potrebbe rappresentare una tappa fondamentale nella lotta contro l'infertilità.

La notizia potrebbe interessare anche le coppie omosessuali, dato che il processo potrebbe essere l'unico modo per ottenere dei figli che siano biologicamente il prodotto di entrambe le persone della coppia.

Ci sono, però, alcuni 'non insignificanti' particolari che vanno tenuti presenti: i bambini nati in questo modo potrebbero essere solo di sesso femminile, perché nella riproduzione non entrerebbe in gioco il cromosoma Y, apportato esclusivamente dai maschi. Inoltre, esistono timori che le bambine nate da sperma artificiale soffrano di gravi problemi di salute, proprio come è accaduto finora ai topi dell'esperimento di Newcastle.


mercoledì 30 gennaio 2008

Come calcolare gli anni di una persona attraverso i suoi occhi

Alcuni ricercatori delle università di Copenhagen e Aarhus, in Danimarca, hanno scoperto come calcolare l'anno di nascita di un individuo dai suoi occhi, usando la datazione col metodo del carbonio 14. Il loro esperimento è stato pubblicato su «Plos One». La tecnica potrebbe rivelarsi utile in medicina forense , quando è necessario identificare persone senza un nome.
La lente dell'occhio è formata da proteine trasparenti, che si comportano come dei cristalli, facendo passare la luce in modo da permettere la visione. Dal concepimento fino a 1-2 anni di vita, le cellule presenti nella lente del nostro occhio costruiscono queste proteine, poi il cristallino rimane immutato per il resto della nostra vita. Dalla fine della seconda Guerra mondiale e fino agli anni '60, le superpotenze hanno condotto test nucleari e fatto esplodere bombe nell'atmosfera, modificando così il contenuto dei materiali radioattivi nell'aria, tra cui il C-14. Tali radiazioni hanno lasciato un segno nella catena alimentare e quindi anche nel cristallino degli occhi, che ha assorbito carbonio attraverso il cibo. Partendo da questa considerazione, e dal fatto che il cristallino, che rimane sempre lo stesso, riflette il contenuto di C-14 nell'atmosfera dal momento in cui è stato creato, i ricercatori sono riusciti a calcolare l'anno di nascita tramite un acceleratore nucleare. Una tecnica che potrà essere usata oltre che nelle scienze forensi, anche per capire quando certi tessuti si sono generati e rigenerati, come quelli cancerosi.

P2P: l'inizio di una rivoluzione o pirateria pura?

In pochi anni, il Peer-to-peer ha determinato la crisi di un'intera industria, quella discografica, che inesorabilmente ha visto precipitare le vendite dei cd. Sorte analoga attraversano anche altri settori, come il cinema, la tv, i giornali, il telefono e i videogiochi: infatti, in rete, i beni che si possono smaterializzare, hanno perso tutto il loro valore economico. Tutto è diventato gratuito: si ascolta musica, si fanno telefonate, si leggono giornali, si vedono film, si gioca.
Fino a poco tempo fa tutto questo era illegale, oggi non è più del tutto così; infatti, molti giornali online sono gratuiti, la telefonia via Internet è gratuita, la web tv è gratuita, stanno arrivando anche i primi film pagati interamente dalla pubblicità (il primo è "Voglio la luna", prodotto dal tour operator Hotelplan e da poco approdato in alcune sale italiane, i biglietti, ovviamente gratuiti si possono prendere soltanto online sul sito del film).
E' l'avvento di Internet e del World Wide Web ad aver reso possibile questo: offrire legalmente servizi gratuiti ad un pubblico vastissimo.

Il primo settore dove è avvenuta la svolta è quello della musica. Una rivoluzione vera e propria perché, a differenza della vecchia "pirateria" fisica, quella che ancora oggi porta nelle nostre strade milioni di copie di dischi copiati illegalmente e venduti a pochi euro, ha portato in pochissimo tempo milioni di persone a collegarsi alla rete e a condividere la loro musica.
Ovviamente si tratta di "furto", perchè copiare una canzone senza pagare i diritti d'autore significa semplicemente privare i musicisti dei frutti del loro lavoro. Ma tra gli internauti il termine "furto" è sempre sembrato inappropriato. Innanzitutto perché nel "file sharing"(scambio di file online), non c'è un oggetto fisico, tipo un disco, che passa da una persona all'altra; inoltre, la copia digitale che viene creata è semplicemente oggetto di un baratto, di uno scambio di files.
Seguendo tale logica, non sono gli "scaricatori" i "ladri", semmai le aziende che gestiscono le reti, che producono i software P2P, quelli che dai milioni di download quotidiani guadagnano traffico sui loro siti e pubblicità da vendere. E' da questa ipotesi che è partita Qtrax per portare, finalmente, nella legalità decine di milioni di persone che in tutto il mondo scaricano musica utilizzando i software di "file sharing" e le reti "peer to peer", annunciando la nascita del primo servizio legale di download musicale gratuito, interamente sostenuto dalla pubblicità.
La Qtrax ha forse annunciato troppo in fretta le sue intenzioni; in realtà è ancora priva del via libera definitivo da parte delle major discografiche, come hanno voluto sottolineare sia la Warner, che la Universal che la Emi.
Altri siti già offrono musica gratuitamente, facendo pagare il conto agli investitori pubblicitari: "Jamendo", che lavora sulla base delle nuove licenze Creative Commons, "We7", sito realizzato da una delle grandi star del rock, Peter Gabriel, o il sito italiano "Downlovers.it".

La direzione seguita dalla rete è una sola, quella dei contenuti gratuiti. Uno degli alfieri di questa rivoluzione è Janus Friis, un giovane di Copenhagen che a soli 31 anni si trova ad essere miliardario e, allo stesso tempo, uno dei principali protagonisti dell'"era gratuita". Friis è l'inventore di KaZaA, uno dei più fortunati software di file sharing al mondo, ed è sempre lui ad aver creato Skype, basato sempre sul "peer to peer" ma destinato, in questo caso, a far telefonare gratuitamente gli utenti della rete. Ora ha lanciato un nuovo sito, "Joost", dove ad essere gratis sono i contenuti video.

Attraverso Internet è possibile anche leggere gratuitamente i giornali di tutto il mondo, dal New York Times a Wall Street Journal, da Le Monde a El Pais, e la diffusione delle testate online cresce ogni giorno di più, assieme al numero delle persone che le legge.

Gratis è anche il software; moltissime applicazioni per ogni tipo di necessità, dalla scrittura al disegno, sono "freeware" e si possono facilmente reperire in rete; centinaia di siti offrono questa possibilità, quali, ad esempio "osliving. com"o "pc-facile.com"; grandi aziende come la Microsoft si sono dovute adeguare, diffondendo gratuitamente l' Internet Explorer e il Windows Media Player.

E' gratis anche la televisione; quella di "YouTube", con il suo gigantesco archivio di video, quella in diretta, offerta da siti come "Coolstreaming", che attraverso il peer to peer consente di vedere sul computer le tv di mezzo mondo, calcio compreso o quella di "iFilm", in cui si possono vedere film corti e videoclip.

Sono molti i gruppi di pressione che operano per un adeguamento delle norme sui diritti d'autore a questa nuova tendenza mondiale: dal "Free Software Movement" a chi lavora nel campo del "copyleft", ovvero del cambiamento delle leggi sul copyright. Tra questi ultimi il professor Lawrence Lessig che ha presentato al MidemNet di Cannes "Creative Commons", il movimento da lui stesso sostenuto per modificare i limiti che le norme del copyright impongono e che virtualmente mettono fuori legge milioni di utilizzatori di files audio e video del mondo: "Nessuno vuole essere un pirata - ha sottolineato Lessig - sono le regole che devono cambiare".

giovedì 24 gennaio 2008

Un nuovo modo di concepire la condivisione della musica: www.ezmo.it


A tre mesi dal lancio in Italia, il player di musica online di origine norvegese, Ezmo, gode già di una certa notorietà. Sono già tantissimi gli italiani che hanno deciso di utilizzare questo network e condividere la propria musica con gli amici attraverso il sito www.ezmo.it.
Questo sito, infatti, propone un nuovo modello per la musica sul web: Ezmo mette a disposizione uno spazio online illimitato e gratuito dove caricare i propri brani musicali per ascoltarli in streaming da qualsiasi luogo ove sia disponibile una connessione a Internet.
Le risorse che la rete mette a disposizione degli internauti si arrichisce di questo nuovo network, andando a rinforzare il ruolo che gioca il web nella vita dell'uomo. Prima con le foto e i blog, e adesso con la musica, la rete sta diventando sempre più una proiezione dell' individuo; quest' evoluzione, oltre che permettere di condividere la propria vita ed esperienze con il resto del mondo, può portare ad una dipendenza eccesiva!?

"Faith Fighter"

«Questo gioco non vuole arrecare offesa a nessuna religione in particolare. Il suo obiettivo è quello di spingere i giocatori a riflettere come le religioni e le sacre rappresentazioni sono spesso usate in maniera strumentale per alimentare e giustificare i conflitti tra nazioni e popoli».
È questo che si legge nella pagina web di presentazione del nuovo gioco «Faith Fighter», un videogame in Flash che vuole essere una vera e propria una provocazione.
Il videogioco non è altro che un semplice picchiaduro, che ha per protagonisti alcune divinità : Dio, Gesù, Ganesh, Maometto (che nella versione censurata ha il volto oscurato), Budda e Xenu,
(il dittatore extraterrestre che, secondo i fedeli di Scientology, 75 milioni di anni fa ha portato miliardi di alieni sulla Terra). Così, scelta una divinità o un profeta con cui giocare, inizia il combattimento; per giocare si usa la tastiera e si possono addiritura eseguire i famosi "colpi speciali". Lo scopo è sconfiggere tutti gli avversari e affermarsi quindi come unica verità superiore.
L'azienda produttrice del videogame è la Molleindustria, factory italiana già autrice di altri titoli controversi, che hanno per argomento temi politici e sociali di attualità (realizzati tutti in Flash e giocabili online), quali per esempio, «McDonald's Videogame» , in cui per avere successo e rimanere alla guida della multinazionale degli hamburger bisogna mettere da parte qualsiasi scrupolo, e «Operazione: Pretofilia», che prende di mira il clero immaginando la creazione (da parte del Vaticano) di una task-force per garantire l'impunità dei preti pedofili .
La provocazione è ovviamente voluta, nonostante il tema sia delicato e scottante. Proprio l'ironia e il cinismo, con cui Molleindustria affronta l'argomento, rischiano di urtare la sensibilità di molti credenti, che potrebbero sentirsi offesi dal videogioco.
Gli ideatori del gioco, inoltre, ritengono opportuno segnalare: «Il gioco contiene una rappresentazione del Profeta Maometto. Se pensi che questo ti possa offendere, ti chiediamo di giocare la versione censurata, in cui il volto del personaggio è oscurato. O meglio ancora, lascia perdere questo gioco».

venerdì 18 gennaio 2008

Il reggae italiano alla conquista della Jamaica

Il trentaduenne Alberto D’Ascola, conosciuto in Italia con lo pseudonimo di Stena, fondatore e vocalist dei Reggae National Tickets, è diventato il nuovo fenomeno musicale della Giamaica. Un nuovo nome d'arte lo contradistingue, Alborosie, che unisce la “Al” di Alberto a “borosie”, il dispregiativo con cui lo hanno chiamato i giamaicani. L'artista è riuscito a sfondare nella patria del reggae, prendendosi una bella soddisfazione personale. Su Youtube, infatti, i suoi video sono gettonatissimi e fra qualche mese uscirà il suo primo album dal titolo “Soul Pirate”. Non è da tutti guadagnare rispetto e considerazione in un ambiente dove la cultura “gangsta” è la sola riconosciuta e le pistole l’unico strumento per farla rispettare.

Alberto, nato a Bergamo (ma il suo sangue è un mix siciliano, calabrese e pugliese) e figlio di un poliziotto vecchio stampo, nel 2001 decise di mollare tutto e di volare dall’altra parte del mondo per fare musica; raggiunta la Jamaica fece di tutto per realizzare il suo sogno: fare reggae; ma all’inizio furono tanti i sacrifici, perché di soldi ne vedeva pochi.

Ma da qualche tempo la storia ha preso tutta un’altra piega. “Al” ha cominciato a realizzare basi per gli altri artisti e a farsi conoscere, prima di decidersi a compiere il grande passo: fare musica da solo. Il singolo “Herbalist” fu un successone, diventando il “7 pollici” (ovvero, il vecchio 45 giri ancora in uso in Giamaica) più venduto in Inghilterra. Non solo. Quando il video viene bandito dalla tv nazionale giamaicana a causa del contenuto (si vedono bambini che vendono “ganja”, marijuana) e di una strofa non propriamente gradita alle autorità (“la polizia ha rubato la mia erba”), il nome di Alborosie comincia a girare e con il secondo singolo, “Kingston Town”, è arrivata la definitiva consacrazione. Come lui stesso ha dichiarato in un' intervista:

«In Giamaica, se un pezzo ha successo significa che ha venduto 4 o 5 mila copie. Io sono arrivato a 12 mila e finora avrò venduto 50 mila dischi in totale».

Niente affatto male per un bianco dai capelli rossi.

«Il colore della mia pelle non è mai stato un problema, sebbene faccia un tipo di musica di un certo gruppo etnico, e non ho mai avuto una sola reazione contraria per il fatto di essere bianco».

Tanti auguri a questo artista che deve essere un esempio per ognuno di noi: ha stretto i denti pur di realizzare il suo sogno, nonostante fosse in una terra lontana e con una cultura diversa (sebbene la sentisse molto sua).

www.musicstoremp3.net : lo "youtube" della musica?

E' nato un sito internet musicale che carica senza filtro canzoni provenienti da tutto il mondo: lo "YouTube" della musica. L'indirizzo è www.musicstoremp3.net, ed il sito, sia in inglese che in italiano, è pronto per ospitare tutti i generi di brani musicali, con la pubblicazione su cd delle canzoni che risulteranno più quotate e più scaricate.
L'iniziativa è della Amir Hoxha Production, casa discografica che promuove cantanti albanesi e italiani, ma al momento non è possibile ascoltare nessun brano, dato che l'iniziativa è "fresca fresca".
Accorrete dunque promettenti musicisti e uploadate le vostre canzoni....non si sa mai, potreste essere dei talenti e non saperlo. Insomma, è un'occasione da non farsi scappare.

venerdì 11 gennaio 2008


È stata modificata la legge sul diritto d'autore, tra il 21 e il 22 dicembre 2007, con l'aggiunta di un comma ad hoc per internet: lo scopo è migliorare la divulgazione della cultura online. Un piccolo passo avanti per adattare la vetusta legge sul diritto d'autore alla realtà del web.

Il primo comma, già esistente, dell'art. 70 della legge sul diritto d'autore permette solo di citare parti di un'opera coperta da copyright, allo scopo di commento.
Il nuovo comma 1-bis, invece aggiunge una possibilità:

È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradati, per uso didattico o enciclopedico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il Ministro della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all'uso didattico o enciclopedico di cui al precedente periodo”.

Secondo Folena, presidente della Commissione Cultura alla Camera (che ha elaborato la modifica), per immagini e musica di qualità degradata si intende semplicemente "una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un'immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa (quindi praticamente tutte le immagini del web)".
"Abbiamo voluto questo comma- aggiunge- per creare un primo spazio libero online dalle pastoie del vecchio diritto d'autore. L'abbiamo fatto tenendo conto delle migliaia di professori che hanno ricevuto multe e ingiunzioni, dalla Siae, per avere pubblicato opere a scopo didattico sui propri siti. Grazie a questo nuovo comma, potranno farlo senza rischiare più niente".
Mi sembra di capire che uno scienziato potrà pubblicare solo immagini “degradate”, mentre un blog che copre i suoi costi (a fini di lucro) con la pubblicità di Google dovrà pagare il bollino SIAE.
Nonostante il chiarimento dell' on. Folena, la legge resta molto imprecisa e vaga. Infatti, secondo il nuovo comma, spetterà a un decreto (futuro) del Ministro per i beni e le attività culturali stabilire, in particolare, secondo quali criteri si definisce degradata un'opera.

Il lavoro da fare, sul fronte della divulgazione della cultura in internet, è tuttavia ancora molto. Su internet impazzano da mesi le polemiche contro il decreto Urbani (voluto dal precedente governo e ancora in vigore), che tra le altre cose impedisce ai siti di pubblicare immagini di opere presenti in musei italiani. Wikipedia è stata quindi costretta a rimuoverle dal proprio sito. A riguardo, contro questo stato di cose, c'è stata a ottobre un'interrogazione parlamentare del socialista Franco Grillini, al ministro dei Beni Culturali.